Quello che non sai sulla Covered Call (e su come funziona l'assegnazione)

Jul 12, 2025
 

La strategia Covered Call è tra le più diffuse nel panorama del trading internazionale, con una presenza consolidata soprattutto negli USA. Nonostante la sua ampia diffusione, molti operatori la utilizzano senza comprendere appieno i rischi nascosti, in particolare quelli legati alle modalità e alle conseguenze delle possibili assegnazioni.

Questa strategia consiste nel detenere un certo numero di azioni e, parallelamente, vendere un’opzione Call su quelle stesse azioni. Spesso si ritiene, erroneamente, che possedere i titoli sottostanti rappresenti una copertura sufficiente a limitare il rischio complessivo. L’idea è che, nel caso si venga assegnati, si dovranno semplicemente consegnare i titoli già in portafoglio, chiudendo così la posizione senza particolari complicazioni o pericoli.

In realtà, questa percezione di sicurezza è ingannevole e può portare a sottovalutare problematiche operative di rilievo. Una conoscenza dettagliata delle dinamiche che regolano l’assegnazione delle opzioni rappresenta la principale tutela per l’investitore. I rischi maggiori delle Covered Call derivano proprio dal complesso meccanismo di assegnazione, spesso poco noto.

Il funzionamento dell’assegnazione: dove si annidano i rischi

Il vero nodo critico delle Covered Call è rappresentato dal processo di assegnazione, all’interno del quale possono verificarsi situazioni particolarmente insidiose.

Esercizio intraday e rischio “Out-of-the-Money” a fine giornata

Un aspetto fondamentale è che l’opzione Call può essere esercitata in qualsiasi momento durante la seduta di Borsa. Questo significa che, anche se il titolo supera il prezzo di strike solo per pochi istanti o per pochi centesimi durante la giornata, l’opzione può essere esercitata. Il problema principale si verifica quando, dopo un breve picco sopra lo strike (quindi “In The Money”), il titolo chiude la giornata sotto il prezzo di esercizio (“Out of The Money”). L’investitore potrebbe credere di essere al sicuro, ma in realtà l’opzione potrebbe essere già stata esercitata durante quel breve intervallo. Questa finestra temporale rappresenta una vera “zona di rischio”.

L’assenza di notifica immediata: il problema del “gap temporale”

Un ulteriore elemento critico è che l’assegnazione non viene comunicata in tempo reale. L’avviso ufficiale arriva di solito solo il giorno successivo rispetto all’effettivo esercizio dell’opzione, creando così un intervallo temporale potenzialmente pericoloso. Può accadere, ad esempio, che un investitore chiuda la posizione sulla Call, convinto di aver evitato l’assegnazione, mentre in realtà l’obbligo di consegnare i titoli è già stato attivato. Il giorno dopo, ricevendo la notifica, si potrebbe scoprire di non possedere più le azioni (cedute per assegnazione) e di aver riacquistato una Call che ora risulta “scoperta”. Questa situazione è particolarmente rischiosa se si verifica prima del weekend, esponendo a possibili perdite in caso di variazioni di prezzo il lunedì. Il vero problema è il ritardo tra l’esercizio e la comunicazione all’investitore: è fondamentale attendere almeno 2-3 giorni lavorativi prima di agire su una Call che è stata anche solo brevemente ITM, per essere sicuri che l’assegnazione non sia già avvenuta.

Il ruolo della Options Clearing Corporation (OCC)

L’assegnazione non viene decisa dal broker, ma dalla Options Clearing Corporation (OCC), che a fine giornata seleziona in modo casuale tra i venditori di opzioni chi dovrà consegnare i titoli. Ad esempio, se due acquirenti esercitano su cento venditori, l’OCC sorteggerà due di questi ultimi. Non esiste quindi un sistema di notifica istantaneo da parte dell’OCC.

Chiarimenti sul T+0 Settlement

C’è spesso confusione riguardo al T+0 Settlement, che viene erroneamente considerato come un sistema di notifica immediata. In realtà, il T+0 riguarda solo il regolamento delle transazioni, consentendo di ricevere le azioni acquistate nello stesso giorno dell’operazione. Questo meccanismo entra in gioco solo dopo aver ricevuto la notifica di assegnazione, che arriva di norma il giorno successivo all’esercizio. Il T+0 non anticipa né accelera la comunicazione dell’assegnazione.

Esempi reali e errori ricorrenti

Le problematiche descritte non sono solo teoriche: nella pratica si registrano errori che possono causare perdite rilevanti.

  • Caso 1: Assegnazione non notificata in tempo Un investitore vende una Covered Call su Tesla con strike a 230 dollari. Il titolo sale a 245 dollari, la Call viene riacquistata per chiudere la posizione, ma la mattina dopo si scopre che l’opzione era già stata esercitata. L’investitore si ritrova quindi con una Call lunga non coperta e senza le azioni, esposto a rischi di perdita e a conseguenze fiscali inattese.

  • Caso 2: La trappola del dividendo Un altro investitore vende una Covered Call con strike a 50, scadenza tra tre settimane. Due giorni prima della data ex-dividend, la Call viene esercitata nonostante sia solo leggermente ITM. Questo perché, se il valore residuo dell’opzione è inferiore al dividendo in arrivo, l’acquirente ha convenienza a esercitare anticipatamente.

Altri rischi e conseguenze

  • Implicazioni fiscali dovute a vendite forzate.

  • Perdita di opportunità se il titolo continua a salire dopo l’assegnazione.

  • Stress e tempo perso nella gestione di situazioni impreviste.

Errori più comuni

  • Non conoscere le tempistiche di notifica dell’assegnazione.

  • Sottovalutare i rischi, credendo che la strategia sia “sicura”.

  • Agire in modo reattivo invece che preventivo.

Come gestire e prevenire i rischi

Una gestione attenta e la conoscenza dei meccanismi sono fondamentali. Alcuni accorgimenti utili:

  • Scegliere strike price OTM per ridurre la probabilità che la Call finisca ITM.

  • Monitorare attentamente le date dei dividendi, chiudendo la posizione prima della data ex-dividend se si vuole mantenere il diritto al dividendo.

  • Attivare il T+0 solo per gestire le conseguenze dopo la notifica, non come sistema di allerta.

  • Valutare in anticipo se accettare l’assegnazione può essere la scelta migliore, evitando di chiudere la posizione quando la Call è già ITM.

  • Impostare alert sui prezzi per reagire tempestivamente.

  • Prestare particolare attenzione alle ultime settimane di vita dell’opzione, ai periodi di pubblicazione degli utili e alle fasi di alta volatilità.

  • Non operare sulle Covered Call senza una comprensione approfondita dei rischi.

Considerazioni su Married Put e aspetti fiscali

La strategia Married Put protegge dal ribasso, ma se si vende una Call resta il rischio di assegnazione, che va gestito con le stesse cautele. Dal punto di vista fiscale, la chiusura di una posizione (anche per assegnazione) è un evento tassabile, e possono sorgere problematiche come il “wash sale” in alcuni ordinamenti. È sempre consigliabile rivolgersi a professionisti qualificati, sia per chiarimenti operativi che per questioni fiscali.

Il vero rischio: il ribasso del sottostante

Il pericolo principale della Covered Call resta la perdita di valore delle azioni detenute. Se il titolo subisce un forte calo, la perdita sarà quasi equivalente a quella di un azionista puro, mitigata solo in minima parte dal premio incassato. La strategia non offre alcuna protezione contro i ribassi marcati del sottostante.

In conclusione...

La Covered Call non è una strategia priva di rischi. Il principale elemento di attenzione è il ritardo tra l’esercizio dell’opzione e la notifica dell’assegnazione, che può comportare situazioni operative molto rischiose. È fondamentale attendere alcuni giorni per avere certezza della propria posizione e, se necessario, consultare direttamente il broker. La conoscenza approfondita dei meccanismi e una gestione proattiva sono indispensabili per operare con consapevolezza. L’errore più grave è ignorare i rischi reali, in particolare quello di una significativa perdita di valore delle azioni sottostanti.

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Nota Bene: L'analisi in questo articolo è fornita esclusivamente a scopo educativo. Non costituisce consulenza finanziaria o di investimento. Investire comporta sempre rischi, inclusa la possibile perdita di capitale.

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